E’ da poco uscito “Tellur” di Giovanni Martinelli, disponibile su tutte le piattaforme di streaming. Si tratta di un disco dalla costruzione raffinata, forte di un’esecuzione magistrale, entro cui si collocano e sono valorizzate le mie “Sei Invenzioni Sicule” e “Shibboleth”

 

Il 28 settembre 2019 ho avuto il piacere di organizzare un concerto di Giovanni Martinelli a Roma, nella sala da concerto di Santa Lucia del Gonfalone, in occasione del quale questo giovane e talentuoso interprete ha dato la prima delle mie “Sei Invenzioni Sicule”.

Il programma, costruito con estrema sensibilità, proponeva al pubblico un percorso attraverso i differenti livelli di rarefazione del linguaggio contemporaneo: la prima parte del recital si focalizzava sulla scuola a cui appartengo, attenta ad una rivalutazione del linguaggio modale di Gilardino da una parte – di cui Martinelli proponeva la passacaglia a lui dedicata dal titolo “Santuario” – e ad una calibrata contaminazione esotica dall’altra, ben espressa dalla Raguette numero 2 (forma mutuata dal Raga indiano) di Dusan Bogdanovic.  Seguivano le mie Invenzioni, pezzi di carattere paesaggistico, che Giovanni restituiva del tutto ignaro delle pur grandi difficoltà tecniche da esse presentate.

La seconda parte del programma proponeva tre esempi di linguaggi più distanti dalla costruzione architettonica centrata su melodia e contrappunto, e decisi invece a mettere in luce le proprietà più squisitamente timbriche ed evocative della chitarra. Si cominciava con “Equinox” di Toru Takemitsu, quindi “Erma” di Giorgio Colombo Taccani, per concludere con “Tellur” di Tristan Murail, sorprendente esempio di musica spettrale per lo strumento esacorde, ai limiti dell’eseguibilità e atta a scuotere con decisione le attese e i preconcetti del pubblico.

A fine concerto, ci siamo detti che quel programma aveva una sua perfezione intrinseca ed una sua ragion d’essere capace di andare oltre l’evenemenzialità del recital, e che non sarebbe stata infruttuosa l’idea di ricavarne un disco.

I mesi successivi sono, purtroppo, ben impressi nella memoria di noi tutti. Malgrado le difficoltà, Giovanni non ha smesso di lavorare al progetto, di andare in studio ogni volta in cui fosse stato possibile, di limare i pezzi per cercare di ottenere ogni volta la migliore esecuzione possibile.

Dal canto mio, nell’agosto 2020 ho ricevuto una commissione del tutto speciale. Il mio amico fraterno, non musicista, Luca Senatori, mi ha chiesto di dedicargli un brano, richiesta che è stata al contempo un dono. E’ nato così Shibboleth, uno studio da concerto nella forma A-B-A, il cui titolo rimanda al segreto inesprimibile che soltanto la vera amicizia conosce. L’ultimo tassello di Tellur era nato, e Giovanni era entusiasta di includerlo nel suo programma.

Sempre sotto il segno dell’amicizia è giunto, infine, il prezioso contributo grafico, che ci ha permesso di avere una copertina di cui siamo fieri. L’amico Gastone Cecconello, artista dalle capacità uniche, dotato di una forza creativa fuori dal comune, ci ha gentilmente concesso di riprodurre il suo “Guerriero”, scultura del 1982, sulla cover.

Lucio Matarazzo ha immediatamente creduto in questa release, e la ha favorevolmente accolta nella collezione di dischi che la sua etichetta, DotGuitar, sta collezionando da diversi anni, offrendo uno degli archivi più interessanti per quanti vogliano avere un’idea di cosa stia succedendo nel mondo della chitarra nei nostri giorni.

In un periodo in cui è facile lasciarsi andare al pessimismo, e in cui la parola “giovane” diventa sempre più un significante vuoto a favore del quale schierarsi a priori, senza avere piena coscienza del fatto che realmente il dovere di una comunità sia incoraggiare e sfruttare il contributo di quanti si affacciano alla vita, questo disco è a mio avviso un segno di speranza. C’è davvero una generazione di nuovi interpreti che sono forti di qualità tecniche straordinarie, di una solida preparazione culturale, e del pizzico di coraggio e follia che serve a trasmettere quel particolarissimo modo di vedere il mondo – che si chiama semplicemente “chitarra” – al futuro.