LE MIE CHITARRE
Una fonte di ispirazione
Le mie chitarre figurano, a pieno titolo, nel novero dei miei Maestri di composizione.
Dall’opera dei liutai che ho collezionato ho mutuato una visione del suono chitarristico che è sorgente di pensiero e di ispirazione musicale.
Le mie chitarre figurano, a pieno titolo, nel novero dei miei Maestri di composizione.
Dall’opera dei liutai che ho collezionato ho mutuato una visione del suono chitarristico che è sorgente di pensiero e di ispirazione musicale.
PIETRO GALLINOTTI
Un liutaio estremamente elegante, delicato, dai modi angelici. Dopo due anni di interruzione di ogni attività musicale da parte mia, ho deciso di comprare una sua chitarra realizzata nel 1941. Il primo brano che ho suonato su questo strumento è stato El Testament d’Amelia nell’arrangiamento di Llobet. Dalla frequentazione quotidiana della partitura su questo preziosissimo strumento sono nate le mie Variazioni, il primo brano del mio catalogo.
GIOVANNI PASQUALON
Di questo eccellente costruttore di strumenti ad arco invitato a costruire chitarre da Angelo Gilardino, ho la fortuna di poter suonare un esemplare del 1964, che fu impiegato dallo stesso Gilardino occasionalmente durante la sua attività concertistica. Ne ammiro la potenza sonora, il perfetto equilibrio polifonico e l’assoluta duttilità timbrica. Da questo strumento ho appreso ad aver cura di ogni linea melodica, sviluppando una visione “orizzontale” della partitura.
RODOLFO PARALUPI
Probabilmente il più importante costruttore di chitarre romano. Sono il fiero possessore di una sua chitarra del 1958. Si tratta di uno strumento dal timbro estremamente chiaro, con una naturale inclinazione al canto. Cerco di tenere sempre presente la lezione di questo liutaio quando compongo, sforzandomi di restare fedele alla tradizione italiana che privilegia la cantabilità degli incisi.
LUIGI MOZZANI
Una figura definita “rinascimentale” da Gilardino. Ho il privilegio di custodire una sua chitarra mezza lyra del 1931 e lo strumento su modello spagnolo del 1936, che fu con ogni probabilità impiegato da Andrés Segovia durante il suo tour del 1937. Queste due chitarre troneggiano nella mia collezione da vere regine, incutendomi una piccola ma preziosa soggezione quando compongo, ricordandomi quanto sia meraviglioso lo strumento a cui sono destinate le mie pagine e come il curarsene sia un’attività a cui dedicare il meglio delle proprie energie.